Avete presente la scena di “Una poltrona per due”, mitico film del 1983, sempre presente nel palinsesto natalizio, in cui i due fratelli ultramiliardari, Mortimer e Randolph Duke, scommettono un dollaro, su due teorie sociologiche circa l’essere un delinquente.
Da un lato, uno dei due fratelli sostiene che il delinquere è frutto di una predisposizione genetica mentre l’altro sostiene che è determinato dall’ambiente sociale in cui si cresce.
Il loro esperimento sociale porterà il ricco Louis Winthorpe III ( Dan Aykroyd) a divenire un malfattore ed il piccolo delinquente Billie Ray Valentine ( Eddie Murphy) un piccolo lord.
Come finisce la storia, credo sia impossibile non la conosciate, se così fosse, non sarò certo io a rovinarvi la visione del film.
Bene io credo che Beppe Grillo abbia fatto lo stesso esperimento sociale, scommettendo con il gruppo dei suoi fidati amici genovesi.
Dopo essersi fatto offrire il caffè, è notorio infatti che il personaggio non tiri fuori mai il portafoglio, con la scusa di averlo lasciato a casa, avrà detto: «Scommettiamo che riesco a creare un movimento di “abbelinati” (così si dice a Genova di persone non molto sveglie) e li trasformo in deputati e senatori della Repubblica?»
Sicuramente gli amici li avranno avanzato mille obiezioni e l’impossibilità del progetto.
«Scommettiamo un euro!» avrà sicuramente azzardato il Beppe.
Naturalmente gli amici, con un sorriso malizioso, avranno accettato la scommessa.
Effettivamente il paese è pieno di “abbelinati”, in cerca di un “posto al sole” e così, in men che non si dica, Beppe Grillo ha vinto la scommessa, che ancora oggi si mangia le mani sull’importo della scommessa, maledicendo la sua taccagneria.
Il Movimento 5 Stelle è in effetti frutto di un esperimento sociale, si prende gente dal valore pari a zero, (per fare solo alcuni esempi: Laura Castelli, viceministro dell’Economia, gestiva un Caf; Sergio Battelli, presidente commissione Affari europei, terza media e dieci anni commesso in un negozio per animali; Paola Taverna, vicepresidente del Senato, tredici anni in un laboratorio di analisi cliniche; etc. etc.) li si motiva con una prospettiva di giacobinismo alla buona, li si fa lavorare come schiavi a far proseliti e quindi li si apre una nuova vita ed un nuovo tenore economico, con l’arrivo in Parlamento o al Senato.
Giunti al loro “posto al sole” hanno fatto prestissimo, come il “Billie Ray Valentine” del film, ad abituarsi al potere ed al nuovo ruolo sociale, trasformandosi da giacobini ai più realisti del re.
Per preservare il potere hanno fatto di tutto e di più, alleandosi e ri-alleandosi con i nemici storici, a destra e a sinistra.
Hanno smantellato il loro programma un pezzo alla volta, rinnegandolo e buttandolo alle ortiche.
E Beppe Grillo, da buon padrone della baracca, glielo ricorda bene, quando dice, rivolto alla platea degli eletti: «Siete dei miracolati! E so quello che dico».
Il problema è che, se agli amici di Beppe Grillo la scommessa è costata pochissimo, a noi italiani è costata davvero tantissimo e continua a costarci troppo.
Ora, a questo mostro senza capo ne coda, incapace di ribellarsi al proprio padre padrone, dimostrando così l’esattezza dell’affermazione di Grillo, si mette alla guida l’ex primo ministro Giuseppe Conte.
Anche lui, altra scommessa da un euro, si prende un avvocatucolo di provincia, sconosciuto a tutti, e lo si fa diventare uno statista, cosa che non è riuscita e ci ha fatto perdere soldi e vite umane.
Da tutto questo si capisce, fin da adesso, che quello che rimarrà del M5S sarà solo quella banda di “miracolati” che, incapaci di trovare un’alternativa, offrirà i propri servigi al dittatore e scienziato sociale, Beppe Grillo.
Da qui al 2023 ne vedremo ancora delle “belle”, mi auguro solo che gli italiani che ancora in troppi credono in questa colossale bufala, si sveglino e facciano come gli eroi del film, mandando a casa, definitivamente, questo vecchio comico che non fa più ridere ed il suo tristissimo circo di fenomeni da baraccone.
Nato a Genova il 3-1-1961, dopo la laurea in Economia Aziendale presso la Facoltà di Economia e Commercio di Genova e il Master in gestione aziendale a tempo pieno presso Enfapi Sogea (scuola manageriale Confindustria) ha conseguito la seconda laurea in Filosofia. Dal 1997 quadro in Fca group ora Stellantis, con mansioni sia in campo marketing ma soprattutto nell’area commerciale. Attualmente zone manager per Liguria e Piemonte della rete assistenziale FCA. Da un anno Iscritto nelle fila del PLI con l’incarico di responsabile della comunicazione nazionale del partito. Scrive regolarmente su L’Opinione e sul giornale di partito Rivoluzione Liberale.