Con Alfredo Biondi, morto a 92 anni nella sua Genova, scompare l’ultimo dei grandi liberali che questo nostro Paese ha avuto la fortuna di vedere operare nella politica della prima e della seconda Repubblica, con una sorte personale inversamente proporzionale al contributo che hanno saputo dare alla vita della nostra democrazia.
Se n’è andato dopo Giovanni Malagodi, Aldo Bozzi, Salvatore Valitutti, Valerio Zanone e Renato Altissimo, senza i quali non sarebbe stato possibile il moderno liberalismo, difensore intransigente delle libertà costituzionali e civili, ma anche promotore instancabile di ogni possibile rimedio per le ineguaglianze incolpevoli, che il progresso del nostro Paese non è purtroppo ancora riuscito a eliminare, e che anzi, negli ultimi tempi, il deficit di liberalismo popolare, sostituito dal leaderismo populista, ha forse anche aggravato.
Libertà e Umanità erano le cifre politiche dell’impegno di Alfredo, che proprio per questo aveva voluto chiamare col nome emblematico di “Umanesimo Liberale” il gruppo di amici che si era intorno a lui riunito e che, col concorso di tanti altri in giro per l’Italia, aveva determinato la svolta liberale sancita dal Congresso di Napoli del 1976, riportando il partito liberale alla collaborazione con le altre grandi culture politiche, quella cattolica e quella socialista, colle quali i liberali avevano contribuito a fare grande il nostro Paese, risollevandolo dalle macerie della guerra e dalle difficoltà del dopoguerra, rendendolo nuovamente rispettato protagonista nel consesso mondiale,
Con lui scompare un grande avvocato, un parlamentare impegnato e un eccellente ministro e, per me e per tantissimi altri, un grande e affettuoso amico, col quale ho avuto l’onore di percorrere un lungo tratto della mia vita politica, sino all’impegno che mi ha visto coinvolto, con Antonio Patuelli e Raffaello Morelli, nella Segreteria Nazionale del PLI, che nel luglio del 1986 tutti insieme, in un indimenticabile Consiglio Nazionale, eravamo riusciti a fare eleggere nella sorpresa generale.
Una stagione durata troppo poco, appena undici mesi, e conclusasi malamente proprio nella sua Genova, al Congresso del maggio 1986, in cui il tentativo di coniugare insieme libertà e socialità conobbe un’inattesa battuta di arresto.
Nella seconda Repubblica, pur senza un partito di riferimento, non gli mancarono i giusti riconoscimenti personali, offerti all’Uomo e alla sua grande competenza giuridica, ma in una situazione politica assolutamente diversa e colla quale è riuscito a convivere sinché ha potuto, mai però immaginando di fare scelte diverse rispetto al sentiero stretto e impervio del liberalismo che, prima e dopo, anche in relativa solitudine, ha sempre avuto cura di percorrere, senza mai indulgere ad alcuna scorciatoia, che pure le sue qualità personali non avrebbero mancato di propiziargli.
Un Maestro e un Amico, che mancherà a tutti i liberali di quella indimenticabile stagione di impegno politico e civile, e che mancherà ancora di più alla moglie Giovanna e alla sua famiglia, alla quale mi sento particolarmente vicino in questo momento di grande dolore.
Nato a Messina il 23 gennaio 1939; ha frequentato il Liceo Classico G. La Farina di Messina e si è laureato in Giurisprudenza presso l’Università di Messina il 19/11/1962; è iscritto all’Albo dei procuratori legali di Messina dall’8/02/1965, all’Albo degli Avvocati di Messina dal 23/02/1971 e all’Albo della Suprema Corte di Cassazione dal 23/10/1986.
Dal 1972 al 1976 è stato presidente dell’Associazione Giovani Avvocati di Messina.
Dopo essere stato junior partner di uno dei più antichi studi legali associati di Messina (lo Studio Martino-Fiertler-Palumbo), è ora senior partner dello Studio Legale Palumbo-Magaudda ed esercita l’attività forense, in materia di diritto civile, commerciale, bancario e costituzionale, nello Studio sito in Messina e nel recapito professionale sito in Roma.
Dopo un’intensa attività politica negli anni 60, prima in ambito universitario (Segretario Generale dell’Organismo Rappresentativo degli Universitari Messinesi – ORUM) e poi in quello giovanile (Vice Segretario Nazionale della Gioventù Liberale), è stato Consigliere Nazionale e poi membro della Direzione Nazionale e dell’Esecutivo Nazionale del Partito Liberale Italiano (PLI); dal luglio del 1985 al maggio del 1986 è stato Vice Segretario Nazionale del PLI. Consigliere Comunale di Messina dal 1980 al 1990, nel corso della IX legislatura (1983-1987) è stato Senatore della Repubblica, eletto per il PLI nel Collegio di Messina, quindiSegretario del Consiglio di Presidenza del Senato; in rappresentanza del Parlamento italiano, è stato membro delle Assemblee Parlamentari del Consiglio d’Europa (C.E.) e dell’Unione Europea Occidentale (U.E.O.).Ha riassunto la sua attività nel Senato in due libri: “Un anno a Palazzo Madama”, Analisi Trend Editrice, Bologna 1985; “Nel palazzo per vostro conto”, Bardi Editore, Roma 1987.Dal 1988 al 1990 è stato membro del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), eletto dal Parlamento; nel 1993 è stato capo dell’Ufficio Legislativo del Ministero per il Coordinamento delle Politiche Comunitarie e per gli Affari Istituzionali (Ministro G. F. Ciaurro). Nel 1994, con l’avvento della c.d. “seconda Repubblica”, è tornato alla sua professione di avvocato civilista, che tuttora esercita tra Messina e Roma, senza per questo rinunziare all’impegno politico, con particolare attenzione alle tematiche costituzionali.Dopo avere fondato nel 2008 la Rete Liberale Siciliana, ha dato un contributo significativo alla rinascita del Partito Liberale Italiano, ed in occasione del XXVII Congresso del Partito (febbraio 2009) è stato eletto Presidente del Consiglio Nazionale e poi Segretario Regionale ed infine Presidente d’Onore del PLI Sicilia.Nel 2010 ha redatto lo studio preliminare per l’abrogazione referendaria della legge elettorale 270-2005 (c.d. “porcellum”) e nel 2011 è stato tra i principali promotori del relativo Referendum, ed ha poi fatto parte del collegio di difesa del Comitato Referendario dinanzi alla Corte Costituzionale. Il XXVIII Congresso Nazionale del PLI (marzo 2012) lo ha eletto Presidente Nazionale del Partito. Nell’ottobre del 2013 ha lasciato la Presidenza Nazionale e tutte le altre cariche interne del PLI e ha aderito come membro individuale,al Partito Liberale Europeo (ALDE), continuando ad attivare il movimento di Rete Liberale.Fa parte del Consiglio Direttivo degli ex Parlamentari della Repubblica e del Comitato Esecutivo del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale e del Comitato Liberale per il NO, nel cui ambito ha partecipato attivamente alla vittoriosa campagna referendaria contro la riforma costituzionale del governo Renzi. È vicecoordinatore del Comitato Nazionale che ha promosso numerosi ricorsi presso i Tribunali italiani per sollevare dinanzi alla Corte Costituzionale numerose questioni di legittimità costituzionale della legge elettorale (c.d. “Italicum”); in tale ambito, ha presentato e patrocinato il ricorso che ha convinto il Tribunale di Messina, primo in Italia, a sollevare sei questioni di legittimità costituzionale dell’Italicum dinanzi alla Corte Costituzionale, che ne ha poi dichiarato la parziale incostituzionalità. A seguito dell’approvazione della nuova legge elettorale (c.d. Rosatellum-bis), ha ora riproposto altre cinque questioni di legittimità costituzionale, tuttora all’esame del Tribunale di Messina. È editorialista della storica rivista “Critica Liberale” e della nuova rivista “Non Mollare”, edita dalla Fondazione Critica Liberale, fa parte del Dipartimento Giustizia della Fondazione Luigi Einaudi di Roma, ed è tra i fondatori di “democrazialiberale.org”, un movimento che si propone di fare nascere un significativo soggetto politico liberale che in Italia manca da quasi 25 anni.