Stamattina ho visto un servizio al TG di Rainews24, si parlava di quanto successo a Napoli ieri sera, nel servizio il giornalista ha presentato una carrellata di riprese, in cui alcuni delinquenti assaltavano le macchine della polizia, con mazze e bastoni e incendiavano cassonetti dell’immondizia. Nel servizio giornalistico, nessun accenno alla protesta pacifica di migliaia di commercianti e cittadini che, in violazione delle norme sul coprifuoco, hanno manifestato al grido di “libertà, libertà”, senza fare danno, correndo il rischio di contagiarsi e di contagiare ma reclamando l’iniquità della misura restrittiva.
Io non sono negazionista e penso che la situazione stia diventando sempre più seria, sotto il profilo sanitario.
Però Voglio fare alcune osservazioni, la prima sulla libertà e qualità dell’informazione di stato: è possibile che la notizia di una protesta pacifica, di migliaia di cittadini che reclamano libertà di impresa e sono pronti ad adottare tutte le pratiche sanitarie al fine di minimizzare il contagio debba essere completamente ignorata e presentata solo come la manifestazione di una banda di trenta-cinquanta criminali? Penso che il servizio giornalistico-televisivo -cui sopra accennavo- sia stato confezionato in quel modo con dolo; non credo che possa essere solo una svista, nessuna ripresa della manifestazione pacifica è stata presentata al pubblico, solo le immagini che dimostrano una realtà e una verità “diversa”, la notizia è: “chi è contrario alle norme sul coprifuoco è un criminale, ecco le prove!”.
Ciò è profondamente sbagliato e profondamente falso. Ho visto in diretta, ieri sera, alcune riprese effettuate con twitter e facebook, provenienti dalla manifestazione di Napoli. Ebbene, al di là di qualche battuta o striscione folkloristico, la manifestazione poneva seri temi di libertà e meritava (e merita) di essere presentata per quello che è stata, ovvero la protesta di gente civile, preoccupata non solo per il Virus ma anche dalla situazione economica, che rischia di fare più vittime del virus (nel senso letterale del termine).
La seconda osservazione è la seguente.
Della seconda ondata di contagi si parlava già a marzo/aprile, quando in fretta e furia regioni come la Lombardia si attrezzavano come meglio potevano (ospedali da campo e ospedale in fiera) per fare fronte alla crescente domanda di terapie intensive.
Le cure non sono state delle migliori ma, si sa, la scienza procede per tentativi e passo dopo passo, sono state individuate cure molto efficaci, tanto che a fronte di numerosi contagi, oggi i degenti in terapia intensiva e i decessi per il coronavirus sono molto inferiori rispetto a marzo/aprile.
Ma cosa ha fatto il governo per consentire alle regioni di preparasi per questa seconda ondata?
Ha messo a disposizione delle regioni le risorse necessarie a potenziare la rete regionale di terapie intensive? Ha messo a punto dei protocolli sanitari nazionali da “calare” nelle regioni italiane, al fine di rendere omogenea la risposta alla prevista nuova ondata pandemica? Ha potenziato la rete di trasporti urbani per evitare assembramenti diurni certamente più pericolosi delle cene serali ai ristoranti? Ha organizzato la scuola per evitare che gli studenti diventino portatori sani e micidiale veicolo di contagio del terribile virus?
Purtroppo la risposta a queste domande è sempre la stessa: NO!
Non voglio però banalizzare la questione e affermare che sarebbe stato facile gestire questa pandemia, però valeva la pena provarci. Cosa che il Governo del presidente Conte nemmeno ha provato a fare.
L’Italia, pur avendone incredibile bisogno, non ha chiesto l’erogazione dei fondi del MES per potenziare in tempo utile la sanità regionale e lo ha fatto per motivi ideologici, non per convenienza economica. Il MES sarebbe costato dieci volte in meno dei BTP e sarebbe stato trenta volte più efficiente. Però la zavorra demagogica e populista dei cinquestelle ha impedito di utilizzarlo. Il PD, con i suoi ministri, non ha saputo porre alcun argine a questa deriva demagogica e populista del governo e il risultato ce lo abbiamo sotto gli occhi: il totale fallimento di qualsiasi strategia di prevenzione e la vanificazione degli sforzi fatti dagli italiani durante il lungo e faticoso lockdown della scorsa primavera.
Vi sono delle precise e serie responsabilità politiche. Oggi, il presidente del consiglio dei ministri Conte vuole scongiurare un nuovo lockdown ma sta valutando la possibilità di impedire gli spostamenti dei cittadini tra le regioni italiane, lasciando ai presidenti di regione la possibilità di adottare i provvedimenti più restrittivi, nel tentativo di addossare su questi ultimi la responsabilità delle scelte più impopolari.
Nei momenti più difficili serve lucidità e coraggio, esattamente ciò che manca a questo governo.
Avvocato, Consigliere Amministrazione Fondazione Luigi Einaudi, Presidente Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella