Mentre i responsabili delle politiche finanziarie statunitensi ed europee stanno appena iniziando a studiare e discutere la possibilità di creare un dollaro o euro digitale, la Cina è nel pieno sviluppo per la digitalizzazione della sua intera economia
Un recente saggio del “Lawfare Institute” di Yaya J. Fanusie (ex analista della CIA ed attualmente membro anziano aggiunto presso il Center for a New American Security e Chief Strategist di Cryptocurrency AML Strategies) e Emily Jin (assistente presso il Center for a New American Security – CNAS), ci racconta lo stato dell’arte e le prospettive future della moneta digitale di stato cinese.
Per diversi anni, la digitalizzazione dell’economia è stata solo un argomento di discussione del Partito Comunista Cinese (PCC); ora sta diventando una realtà.
A luglio, la banca centrale cinese, la People’s Bank of China (PBOC) ha pubblicato un paper che illustra i progressi nello sviluppo della sua valuta digitale, nota come “eCNY” o renminbi digitale.
Non solo.
Ci rivela, anche, come il PCC stia introducendo la nuova tecnologia finanziaria (fintech) in tutta l’enorme economia cinese.
Le società finanziarie e tecnologiche cinesi stanno innovando, costruendo nuove applicazioni sull’architettura eCNY del Governo per effettuare transazioni finanziarie più rapide e dinamiche.
Esaminando la strategia fintech nazionale del PCC, dicono gli esperti, si nota di come il settore privato stia lavorando per rendere il denaro cinese più intelligente.
Principalmente è una questione interna, ma è altamente probabile che tale politica si ripercuota anche in quella estera, dato che la Cina sta spingendo il resto del mondo a seguire il suo percorso tecnologico.
L’attenzione di Pechino per il fintech è una mossa geopolitica, in una gara mondiale nella quale vincerà la nazione che avrà i “big data” migliori.
E se l’economia digitale globale dovesse evolversi, come inevitabile nel seguire l’innovazione tecnologica della Cina, ciò darà al PCC molto più potere contrattuale nel commercio internazionale.
Per gli esperti è una questione di sicurezza nazionale degli Stati Uniti, perché i progressi della Cina nel renminbi digitale riguarderebbero più l’ambizione di Pechino nello sfruttare i dati, che il potenziamento della propria valuta.
Mentre le discussioni della politica degli Stati Uniti (e quella europea) sulla tecnologia e sui dati tendono a concentrarsi in modo mirato sulla questione della protezione della privacy, il PCC vede e sfrutta i dati come un vero e proprio pilastro dell’infrastruttura nazionale.
Il presidente Xi Jinping ha definito, nel 2017, i dati “un nuovo fattore di produzione, una risorsa fondamentale e strategica…necessaria per costruire un’economia digitale”.
Per la Cina questi dati non sono il nuovo petrolio, ma la nuova elettricità.
Il PCC sta incanalando la politica interna attraverso il controllo dei dati.
Il Governo cinese mira alle informazioni digitali per alimentare l’infrastruttura e le applicazioni che regolano la vita quotidiana, consentendo allo Stato anche il loro uso per fini politici ed economici.
Gli autori sostengono che, “sebbene alcuni politici statunitensi si rendano conto che l’innovazione dei dati della Cina potrebbe minacciare la competitività degli Stati Uniti, lo stato non ha articolato alcuna visione su come dovrebbe essere la competitività degli USA in un’economia basata sui dati digitali”.
Lo stesso, potremmo aggiungere noi per l’UE.
Nel frattempo, però, il progetto “renminbi digitale” è la strategia nazionale cinese per l’acquisizione dei dati.
Sebbene un renminbi digitale non possa, nel breve termine, competere direttamente con il dollaro USA stabile e più attraente a livello globale, la funzionalità di questo nuovo sistema di moneta digitale cinese potrebbe spingere l’innovazione, guidata da Pechino, all’interno del sistema finanziario globale.
La strategia economica a lungo termine della Cina include la creazione di un punto di riferimento nelle tecnologie emergenti che nessun Paese, nemmeno gli Stati Uniti, sta dominando.
Con la Cina che intensifica quotidianamente i suoi progetti fintech pilota, mentre sta contemporaneamente guadagnando sempre più influenza nel plasmare il discorso politico internazionale, Pechino potrebbe finire per decidere unilateralmente le regole delle nuove pratiche finanziarie globali e vedere, così, anche le proprie tecnologie adottate a livello internazionale.
Ciò renderebbe il “fintech” cinese più importante per il commercio globale e, quindi, darebbe al Governo di Pechino una maggiore leva internazionale.
L’attività fintech cinese si sta evolvendo, quindi, rapidamente.
Sostiene il rapporto, che l’unico modo per il Governo degli Stati Uniti di contrastare questa minaccia a lungo termine è quella agire immediatamente per garantire che l’innovazione cinese non sia l’unica, mentre le aziende di tutto il mondo esplorano nuove capacità tecniche nel settore finanziario.
Il mercato cinese ha avuto pagamenti digitali e mobili per anni, ma un renminbi digitale è uno sviluppo nettamente diverso.
Consente agli utenti di detenere direttamente un asset digitale emesso dalla banca centrale e trasferibile tra diverse piattaforme bancarie e di pagamento.
Negli Stati Uniti, sarebbe, ad esempio, come usare un account Venmo per inviare dollari all’account CashApp o PayPal o Zelle di un’altra persona; cosa attualmente non possibile.
L’eCNY è ancora nella fase pilota, ma si è passati ad una strategia di progettazione e implementazione del prodotto per l’intero settore finanziario cinese.
Come avevamo riferito in un precedente articolo, all’inizio di quest’anno, il PCC ha offerto a cittadini selezionati casualmente piccole quantità di eCNY gratuiti da spendere con i commercianti online o tramite portafogli di smartphone in esborsi pilota facilitati attraverso banche statali in alcune grandi città.
Ora, dozzine di banche urbane e rurali più piccole, nonché società di pagamento, stanno avviando progetti pilota per supportare l’utilizzo di eCNY. Queste istituzioni più piccole hanno meno capitale e infrastrutture tecniche per operare per conto della banca centrale, ma i loro clienti tendono ad essere le piccole e medie imprese e le persone comuni; cioè quelli che dovranno adottare la nuova valuta digitale.
Alla fine di giugno, circa 21 milioni di persone e 4 milioni di aziende disponevano di portafogli eCNY e avevano effettuato circa 71 milioni di transazioni per un totale di 5,3 miliardi di dollari in renminbi digitale. I numeri sono ancora piccoli rispetto all’intera economia, ma offrono al Governo cinese dati “reali”, concreti.
Finora, la maggior parte dei Paesi che studiano modi per digitalizzare la propria valuta stanno, invece, producendo solo documenti di ricerca e teorie, mentre la Cina ha già dati del mondo reale da studiare, forniti da milioni di aziende e consumatori.
Il progetto pilota eCNY si sta espandendo sempre più per supportare le esigenze pratiche dei pagamenti quotidiani. Ad esempio, più di 100 stazioni di servizio a Shanghai ora accettano il renminbi digitale. Altri comuni offrono servizi simili.
La più antica e grande compagnia di taxi di Shanghai ha installato il software eCNY su 6.000 auto alimentate a energia alternativa. La provincia del Sichuan sta sperimentando il pagamento di sussidi per la casa in renminbi digitale. Molte città stanno integrando il pagamento eCNY nei loro sistemi di trasporto pubblico, consentendo ai passeggeri di acquistare biglietti per metropolitana e autobus tramite le app eCNY.
Il gigante tecnologico cinese Huawei ha recentemente ottenuto una licenza per il servizio di pagamento e sta aggiungendo un sistema di portafoglio digitale in renminbi in uno dei suoi modelli di telefoni cellulari. Una società cinese di software di pagamento sta realizzando interfacce digitali in renminbi per catene di supermercati e prevede di lanciare un braccialetto indossabile per consentire transazioni eCNY. Una banca sta sviluppando una varietà di portafogli hardware in modo che le persone possano spendere i propri fondi digitali senza alcuna connessione a Internet.
Dal 2020 le aziende cinesi statali e private hanno depositato 271 brevetti relativi al renminbi digitale.
Il PCC non sta solo distribuendo moneta elettronica ai cittadini; sta supervisionando un ecosistema di renminbi digitale in crescita.
La programmabilità dell’eCNY sarà probabilmente la sua innovazione più importante. Supporterà transazioni business-to-business più intelligenti.
I resoconti della stampa cinese, però, sono vaghi sulla complessità delle operazioni che stanno dietro queste transazioni, ma ad ogni passaggio, il pagamento sarebbe verificato ai fini della tassazione.
Non è chiaro se il processo riporterebbe automaticamente i dati alle autorità fiscali, ma dato l’obiettivo del PCC di sviluppare un database governativo nazionale di transazioni digitali, sembra probabile che queste informazioni andrebbero direttamente al Governo.
Questa innovazione, dunque, rafforzerà l’autoritarismo digitale del PCC.
Inoltre, alla fine del 2020, Baowu ha anche sviluppato una piattaforma di finanza commerciale basata su blockchain che consente alle imprese di effettuare pagamenti transfrontalieri tramite lettere di credito.
Questi strumenti sono emessi e applicati dalle banche, ma una lettera di credito basata su eCNY in esecuzione su una piattaforma di finanziamento commerciale cinese complicherebbe, probabilmente, i processi bancari tradizionali.
Non solo la piattaforma stessa sarebbe gestita in Cina, ma i dati relativi alle transazioni eCNY sarebbero messi a disposizione direttamente al Governo cinese.
E questi accordi potrebbero anche eludere i controlli degli stati, basati, invero, su lettere di credito convenzionali attraverso gli attuali processi bancari.
Il renminbi digitale è il gioco del PCC per raccogliere ogni bit di dati finanziari per aggregarli, analizzarli e sfruttarli per costruire un apparato economico e politico più forte. L’obiettivo è che il denaro sia più intelligente per creare uno Stato più “intelligente”, un PCC più potente.
Man mano che l’economia mondiale diventa più digitalizzata, l’innovazione passerà attraverso l’interpretazione dei dati aggregati, così da ottenere anche un vantaggio nella competizione economica globale.
Il PCC ha compreso l’importanza di questo calcolo economico.
È probabile che il Governo di Pechino trasferisca informazioni di dati esteri e nazionali alle aziende cinesi per offrire loro vantaggi competitivi.
La maggior parte dei paesi che studiano modi per digitalizzare le proprie economie dovrebbero dettare le regole nello sviluppo di standard tecnologici e politici che rafforzano l’innovazione economica e la prosperità senza promuovere l’autoritarismo.
Altrimenti, il mondo potrebbe evolversi in un’economia digitale con le caratteristiche del Partito Comunista Cinese.
Avvocato, blogger. Si occupa di diritto, economia e politica.