Ora che è evidente che il “Modello Italia” era una fake news, e neppure delle più verosimili, pare venuto il momento di chiedersi – con pacatezza, ma pure senza sconti per alcuno – di cosa è figlio il brutto vento che soffia sul Paese ed alimenta focolai, piccoli e grandi, di malessere sociale e tumulti di piazza, relegati, per ora, a questioni di ordine pubblico.
Sia chiaro: solo qualche cretino vede nelle piazze di Napoli, Roma, Milano, Bari, Rimini (l’elenco è lungo ed in costante aggiornamento) una moderna riedizione dei moti di Versailles, ma solo qualche altro cretino pensa di poter etichettare le stesse come espressione di revanscismo fascista.
Ed ancora, solo qualche cretino incolpa il Governo per la diffusione del virus, ma solo qualche altro cretino nega che, se anche hai solo la necessità di un tampone, ti impantani nelle sabbie mobili di una burocrazia spaventosamente inefficiente.
Poi vi sono le conseguenze economiche del virus. Anche in questo caso, solo qualche cretino pensa che il contrasto alla pandemia potesse risolversi in un pranzo di gala, ma solo qualche altro cretino finge di non vedere la frattura che si è andata acuendo, ogni giorno di più, tra garantiti e non garantiti.
Ed infine, bisogna fare i conti con gli effetti psicologici del virus. Pure in questo caso, solo qualche cretino pensa che non siano necessari sacrifici, ma solo qualche altro cretino può negare che finora, nell’imporre quei sacrifici si sia andati a casaccio (nessuno comprende perché nelle palestre ci si infetti e sui vagoni della metropolitana no) o, peggio, stando sempre ben accorti a non urtare gli interessi di corporazioni piccole e grandi, soprattutto se contigue al proprio elettorato (e qui magari si comprende perché in palestra ci si infetta ed in metropolitana no).
Perché è qui che nascono il malessere, la frustrazione, e pure la rabbia, che stanno riempiendo le piazze (nelle quali, da che mondo è mondo, i casseurs si sono sempre infiltrati).
Il re è nudo, e solo qualche cretino, stavolta posizionato da una parte sola, si ostina a negarlo. Anche la mitologica casalinga di Voghera – anch’essa ormai 2.0 – ha capito che finora si è fatta ammuina, che non si è fatto quanto dovuto, che si è tentato in ogni modo di scaricare la propria inettitudine sui cittadini colpevolizzandoli e, infine, non è più disposta a pagare sulla propria pelle l’inefficienza di chi comanda e della macchina pubblica, sempre ben pasciuta, che sta sotto di lui.
Occorre, insomma, trarre le conclusioni di quanto sta accadendo, e chiedersi se questo Governo abbia la credibilità per continuare a gestire la pandemia.
La mia risposta è no, e non perché antipatizzi con chi c’è o simpatizzi per chi potrebbe esserci.
Chi ci ha condotto fin qui, ormai è evidente, ha fallito quando c’era da contenere il virus, ha fallito quando c’era da prevenirlo e, soprattutto, non ha più – al netto di pochi tifosi e molti beneficiati – la credibilità per chiedere agli italiani di sacrificarsi ancora.
Per concludere, non è compito nostro indicare a maggioranza e opposizione che fare, ma sarà il caso che alla questione si cominci a porre mente, altrimenti gli incendi si moltiplicheranno, e domarli non sarà facile.
Penalista, abilitato al patrocinio dinanzi alla Suprema Corte di Cassazione, dà vita nel 2004 allo studio che porta il suo nome, incentrando la propria attività professionale esclusivamente nel campo del diritto penale, ulteriormente specializzandosi poi nelle tematiche del diritto penale dell’impresa.
L’esercizio della professione non gli impedisce di continuare l’attività universitaria: conseguito il dottorato di ricerca, è stato per oltre dieci anni docente di diritto penale presso la Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali dell’Università degli studi di Firenze.
È docente a contratto di Diritto delle Prove Penali e Criminologia presso l’Università Mercatorum di Roma e Direttore e Coordinatore del Master Universitario di I livello in Anticorruzione: un nuovo modello di etica pubblica. Risposte ordinamentali e nuovi protagonisti presso la Link Campus University di Roma.
Accanto alle molteplici pubblicazioni scientifiche, si segnalano numerosi convegni che lo vedono come relatore.
È inserito nella rete “Penalnet” della Commissione Europea (elenco europeo degli avvocati penalisti abilitati a patrocinare dinanzi alle Corti dell’Unione Europea).
E’ stato fiduciario in materia penale, su tutto il territorio nazionale, del SIULP (Sindacato Unitario Lavoratori di polizia) ed è oggi il coordinatore del Dipartimento Affari Legali della UIL Sicurezza.
È il responsabile dell’Ufficio Legale di USIP – International Police Sports Union – Police Games Milano 2019.
Attualmente insegna Diritto Processuale Penale presso l’Università IUL.