La purezza è l’ossessione del nostro tempo. Giancarlo Cancelleri, il candidato del M5S alla presidenza della Regione Sicilia, non ha chiamato il vincitore Nello Musumeci “altrimenti dovrei chiamare Genovese e altri impresentabili, i veri vincitori”.
Cancelleri da bravo candidato grillino non solo è onesto ma anche puro, anzi, è così puro che ritiene di non dover avere alcun contatto con il suo avversario altrimenti si macchierebbe e la sua purezza diventerebbe impura.
L’ossessione della purezza è pericolosa e diabolica: il diavolo, che vuole l’anima umana, sa ben prendere le sembianze dell’angelo. Ma non bisogna credere che il mito della purezza riguardi solo la politica e la vita pubblica.
Nello scandalo dei Paradise Papers ossia la lista dei ricchi del mondo che mettono al sicuro i soldi nei paradisi fiscali – tra parentesi non si capisce dove sia lo scandalo, di certo i soldi non possono essere messi al sicuro dai poveri – ci sono, tra gli altri, anche i nomi di Gerhard Schroder, ex cancelliere tedesco socialdemocratico, e Bono Vox, il leader degli U2 che da sempre è iscritto al partito dei buoni della terra.
Uno scandalo nello scandalo perché da chi predica il bene ci si attende anche la pratica e, invece, spunta fuori il male. Sennonché il male non sta nella pratica assente ma nella predica sbagliata per un mondo di puri separato dal mondo degli impuri al quale, invece, anche Bono appartiene con i suoi calcoli, la sua oculatezza, la sua ipocrisia e, naturalmente, con la sua retorica dei buoni contro i cattivi, dei giusti contro gli ingiusti.
Nella ossessione della purezza rientra a pieno titolo anche lo scandalo delle molestie sessuali che ha travolto Harvey Weinstein, il produttore cinematografico statunitense che è stato “denunciato” dalle attrici che hanno subito le molestie ma è stato anche criticato, insultato e definito, nel migliore dei casi, porco e maiale da uomini e donne che non lo conoscono, che mai lo conosceranno ma che sono sicurissimi e sicurissime che Weinstein – che ha sempre predicato e manifestato la cultura liberal dell’impegno sociale – vada allontanato dal civile consorzio umano perché non è degno di viverci.
Quanti di coloro che puntano il dito contro il porco sono così puri e così immacolate?
La purezza della vita privata sembra che sia diventato il criterio di giudizio al quale inchiodare le vite degli altri e sulla base di questa follia collettiva non si distingue tra vizi e crimini o libertà e violenze e si punta il dito contro l’impuro del momento, aspettando che la purezza della vita di chi giudica salga sul banco degli imputati come il nuovo impuro da epurare.
La vera indecenza di questa isteria collettiva non è l’indecenza di questa o quella vita ma che si entri nella vita privata e intima degli uomini e delle donne e la si giudichi in un modo ipocrita e moralista che anche Dio, che pur conosce ogni nostro atto e ogni moto del nostro cuore e delle nostre viscere, allontana da sé per far spazio alla misericordia.
L’uomo puro cioè perfetto non esiste e i grandi uomini, che sono anche onesti con se stessi, allontanano da loro questa idea sciocca e vanagloriosa e quando qualcuno, senza adulazione e con sincerità, rende loro omaggio si schermiscono e magari arrossiscono perché sanno che la stessa grandezza è una virtù imperfetta.
Non è forse vero che un uomo che è stato bravo e capace in una specifica attività è perciò stesso inabile e incapace in altre attività?
Perfino il genio si porta dietro qualcosa di demente. Che è poi un altro modo di dire che l’uomo totale o perfetto o, perché no, il superuomo non esiste e le stesse virtù sono legate alle ombre e ai vizi e proprio quelle mancanze e fragilità e lati d’ombra hanno contribuito al lavoro di una vita che ha dato i suoi frutti e le sue opere.
Eppure, il triste manicheismo del nostro tempo, l’ossessione della purezza con cui si giudicano nella piazza globale le vite altrui e si salvano le proprie giunge fino alla insensatezza di negare il valore di un’opera di bellezza o di pratica utilità e bontà perché a realizzarla è stato un maiale o un evasore o un “impresentabile”, senza considerare che il santo nasce dal peccatore e il bene o lotta in se stesso col male o non è e non a caso, come diceva Guglielmo di Baskerville ad Adso, l’Anticristo può nascere dalla stessa pietà, dall’eccessivo amor di Dio o della verità, come l’eretico nasce dal santo e l’indemoniato dal veggente.
Senza perseguire il nostro miglioramento e perfezionamento, forse, non possiamo vivere; ma davvero è cretino quell’uomo o cretina quella donna che ritiene di poter conseguire la certezza dell’impossibile e crede di poter essere pura o perfetta in ogni scemenza convertendo così quello che è un alto imperativo e un’intima necessità della vita in lotta con la sua stessa fibra in una fisima, in una fissazione o in una di queste malinconiche stupidaggini nelle quali affoghiamo leggendo i giornali o guardando la televisione con il comodo alibi sotto forma di ossessione di condannare o assolvere l’universo mondo.
L’ossessione della purezza è un meccanismo insano della nostra mente e della nostra vita morale che una volta innescato non si ferma più. Si applica a tutto e agli esempi riportati ne possiamo aggiungere tanti altri.
Come gli antifascisti in servizio permanente effettivo che altro non sono che fascisti al quadrato o in quanto comunisti o in quanto ignoranti; come gli antirazzisti che sono così puri e così adusi a dividere il prossimo in razzista e antirazzista che non si avvedono che sono essi stessi razzisti; come gli integralisti e i puristi perfino delle previsioni del tempo che se non piove per un mese lanciano l’allarme siccità con annesso pericolo delle polveri sottili e al primo acquazzone parlano di “bomba d’acqua” e massima allerta della protezione civile. Il puro non si ferma davanti a niente, nemmeno davanti alla manifestazione palese della propria boriosa idiozia.