Superato l’esito del referendum, il vero scarto nella riforma istituzionale potrà avvenire con il superamento dell’anomalia tutta italiana del bicameralismo perfetto. Una questione cruciale che infastidisce molti per la sua complessità e che corre il rischio di essere, una volta di più, accantonata. Fallita quella che fu la proposta, che a molti parve alquanto pasticciata, del governo Renzi, occorre lavorare a una ridefinizione del Senato che sia più chiara e innovativa. Valutando soprattutto ciò che sarebbe “utile” al sistema istituzionale, è di un Senato delle garanzie, dei diritti e delle innovazioni che il paese ha bisogno. Un Senato con un ruolo ben distinto, complementare e in taluni casi congiunto col lavoro della Camera, che avochi in sé le competenze di tutela e controllo, di trasparenza, di rappresentanza ampia.
Cominciamo da quest’ultimo punto e ipotizziamo un Senato con questi ruoli:
- I duecento senatori sono eletti direttamente dai cittadini attraverso una legge elettorale specifica, che permetta un maggiore pluralismo, con un diritto di tribuna anche a forze politiche minoritarie e verosimilmente escluse dalla ripartizione dei seggi alla Camera, e alle minoranze linguistiche dell’Italia, non solo quella tedesca, ma anche quelle valdostana e slovena. Su potrebbe valutare la concentrazione al Senato degli eletti delle circoscrizioni estere.
- Al Senato non spetta di dare la fiducia al governo, che il governo deve ottenere solo alla Camera.
- Il Senato non tratta la legislazione ordinaria, che diviene materia esclusiva della Camera, ma può attivare una richiesta di riesame da parte della Camera per leggi ritenute potenzialmente lesive dei diritti e dei principi costituzionali o delle norme internazionali di tutela della persona.
- Il Senato elegge il Presidente della Repubblica, insieme alla Camera e ai rappresentanti delle Regioni.
- Il Senato partecipa con la Camera all’adozione di leggi di revisioni costituzionali ed elettorali.
- Il Senato elegge, in via esclusiva, i componenti della Corte Costituzionale e del Consiglio Superiore della Magistratura.
- Il Senato, sempre in via esclusiva rispetto alla Camera, svolge le funzioni di sorveglianza dei servizi segreti, di vigilanza della RAI, del rispetto del diritto alla vita privata, della trasparenza della rete, della ricerca scientifica e della bioetica, nonché le commissioni di inchiesta, e può creare commissioni temporanee su problemi specifici producendo raccomandazioni alla Camera, al governo o alle regioni.
- Il Senato allarga questi suoi compiti di sorveglianza, dotandosi di sistemi e rappresentanti che siano garanti dei carcerati, dei malati, dell’infanzia e di altre categorie che talvolta dispongono di garanti territoriali e nazionali ma non di referenti parlamentari.
Un Senato ridefinito sulla base di una proposta come questa – per definizione una bozza per avviare un riflessione più compiuta –permetterebbe al paese di disporre di un’assemblea dedicata alle funzioni di tutela, trasparenza e approfondimento delle nuove frontiere della società (web, ricerca scientifica, protezione dei dati sensibili, ecc.), permettendo inoltre alla Camera, che sarà ridotta nel numero di componenti, di potersi concentrare sull’attività legislativa, migliorandone dunque la qualità. Un Senato “liberale” e più plurale, che non faccia perdere niente al sistema parlamentare italiano ma anzi ne arricchisca le competenze.
Già vice presidente del gruppo ALDE al Parlamento europeo, è un alto funzionario del Parlamento Europeo, dove attualmente è Capo dell’Unità Asia, Australia e Nuova Zelanda. incaricato delle relazioni con l’Iran e i paesi dell’Asia centrale.
Nel corso del suo mandato ottiene il 100% di presenze nelle sedute plenarie: Membro della commissione commercio internazionale e cooperazione allo sviluppo, è stato relatore di importanti provvedimenti, quali l’Accordo di libero scambio tra UE e Malesia, le clausole di salvaguardia dell’accordo di libero scambio tra UE e India, il primo regolamento europeo per le misure di ritorsione in caso di violazione degli accordi da parte dei partner commerciali dell’UE, il provvedimento “Commercio per il cambiamento” per favorire l’integrazione con i paesi arabi impegnati nelle riforme democratiche con particolari misure a favore delle piccole e medie imprese, e il primo tentativo di regolamento per permettere alla parte settentrionale di Cipro di avere un accesso diretto ai mercati internazionali.
Come membro della sottocommissione diritti dell’uomo, si è impegnato in modo particolare nel conflitto israelo-palestinese, e nella difesa dei diritti dei tibetani e degli uiguri.
È componente del Comitato Scientifico della Fondazione Luigi Einaudi.