Il governo nato dal 25 settembre introduce in Italia due novità che sconvolgono il conformismo della prassi conservatrice di larga parte del mondo cattolico e di quello della sinistra: il capo è una donna e il governo è di destra vera. Finora la reazione di questo mondo è stata l’imbarazzata incredulità di ritrovarsi privato di privilegi radicati, che hanno cristallizzato lo Stato in una dimensione distante dai cittadini. Dal punto di vista liberale, sarebbe opportuno che tale reazione durasse il meno possibile, dato che non serve agli italiani e neppure ai diretti interessati. In verità, le due novità, sconvolgenti per i conformisti non liberali, sono dei passi fisiologici per i liberali, i quali sono sempre fautori della diversità individuale e del cambiamento nel tempo.
Diversità individuale significa che il motore della vita sta in essa, non nella vagheggiata unità nata in un passato, che aveva una conoscenza più limitata, che riteneva l’unica risorsa fosse la forza fisica dei maschi e che perseguiva il mito dell’applicare lo scritto di un libro sacro. Per i liberali, Presidente del Consiglio uomo o donna fa lo stesso, conta la capacità di compiere le scelte giuste al momento opportuno. Per i liberali, Governo di destra o di sinistra fa lo stesso, conta la capacità di affrontare e di risolvere i problemi concreti della convivenza. Pertanto, dal punto di vista liberale, è indispensabile verificare nei fatti le scelte politiche che il Governo di Giorgia Meloni farà davvero. Ovviamente, per i liberali, usando il metro dei provvedimenti in grado di garantire al meglio la libertà di ogni cittadino di avere i mezzi per vivere e per esprimersi. Vale a dire la libertà che valorizza in concreto la diversità dei conviventi.
La prima verifica sarà sul consolidamento dei diritti civili, che sono un cardine della libertà individuale nella convivenza tra diversi. Naturalmente intesi nel quadro del fisiologico conflitto per attuarli tra portatori di valori differenti, mai quale unica dottrina livellatrice imposta tramite i mass media e i social.
La seconda verifica sarà sul modo in cui l’Italia farà parte e sosterrà l’Occidente. Siccome Occidente significa praticare ovunque e sempre la libertà individuale imperniata sugli scambi, l’Italia dovrà impegnarsi per debellare la malattia di un Occidente incline a pensare la libertà come imperiale, il che è un errore in contrasto con l’impegno a battersi contro le autocrazie. La libertà imperiale non tollera diversità di Stati e di culture, congela il fecondo espandersi della libertà individuale, blocca gli scambi ed ha uno spirito prodromico alla terza guerra mondiale contro le autocrazie. La libertà vive nel quotidiano, non sul bellicismo. Si costruisce con istituzioni scelte e manutenute dai cittadini con il pacifico conflitto democratico.
La terza verifica è l’UE. I liberali chiedono che si riprenda il cammino rispetto del progetto originario di istituzioni legate al primato dei cittadini degli stati membri e non dello statalismo o del privilegiare l’elite dei funzionari. Urge la necessità di un immediato impegno condiviso dei 27 membri sui temi energetici ed economici , e in prospettiva lo sforzo per superare l’ arretratezza UE sulla mancanza di una forza militare e sul non coordinamento fiscale pur richiesto dall’euro. Temi sui quali occorre far maturare la disponibilità nei cittadini e modificare i Trattati, senza pretendere di essere uno stato unico sovranazionale.
La quarta verifica è riprendere la crescita in Italia. Partendo da tre cose. Impegnarsi a fondo in una politica energetica corrispondente alle esigenze civili del tutto trascurate finora; sfrondare la Pubblica Amministrazione inefficiente e cristallizzata nei privilegi, riattivando il mercato nonché aiutando i bisogni dei ceti medi; deregolamentare e riformare il fisco, al fine di incentivare la produttività del cittadino. Inoltre, nei prossimi mesi, vanno rimosse le riserve di caccia attribuite da moltissimi anni alle medesime persone dell’Alta dirigenza, inamovibili e dunque fonte di staticità operativa.
Per parte loro, i liberali dovranno costituire il cuore dinamico di queste quattro verifiche, senza pregiudizi e con rigore, facendo così la loro parte nel rilancio dell’Italia.
Nel corso dei decenni, ha svolto e scritto migliaia di interventi pubblici ed articoli, ed è pure autore, da solo o quale coordinatore di gruppi più ampi, di numerose pubblicazioni a carattere politico culturale, infine si è anche impegnato nella direzione de La Nuova Frontiera editrice, che, per un quarto di secolo, ha diffuso periodici e volumi su tematiche liberali, e successivamente, in altre iniziative analoghe, tra cul la rivista Libro Aperto. Quanto si volumi più organici da lui curati, vi sono “Cultura e politica nell’impegno dei goliardi indipendenti” scritto insieme a Giuliano Urbani (1963), “43 tesi per una Presenza Liberale” (1968) redatto per il dibattito congressuale PLI, “Il dissenso liberale è l’infaticabile costruttore del sistema delle garanzie” (1970), molti documenti del PLI in vista di Congressi , in particolare “La Società aperta” (1986) che divenne parte integrante dello Statuto prima del PLI e dopo della Federazione dei Liberali, relazioni introduttive alle Assemblee Nazionali FDL, il discorso introduttivo del Convegno “La ricerca, un progetto per l’Italia” (2003) e negli anni più recenti tre volumi, “Lo sguardo lungo” 2011 (manuale su vicende storiche, ragioni concettuali e prospettive attuali del separatismo Stato religioni), “Le domande ultime e il conoscere nella convivenza” del 2012 , e infine “Per introdurre il tempo fisico nella logica della matematica e nelle strutture istituzionali” del 2016, gli ultimi due volumi inerenti radici e significato della metodologia politica individuale come strumento cardine nella convivenza tra diversi.
Ed inoltre ha pubblicato nel 2019 “Progetto per la Formazione delle Libertà” e nel 2022 “Un’esperienza istruttiva”. In generale i suoi scritti ed interventi si trovano sul sito www.losguardolungo.it/biblioteca/