Credo che il primo dovere del governo sia occuparsi della distribuzione e della produzione dei vaccini a tutela della salute della collettività.
La concorrenza globale nella ricerca farmaceutica ha portato alla celere realizzazione di vaccini in diversi paesi del mondo, non in Italia. Ora si tratta di ottenere dai realizzatori, indipendentemente dal paese di provenienza, una distribuzione delle quantità occorrenti e l’autorizzazione a produrre tali vaccini anche in Italia.
Il governo, da solo e con l’UE, deve muoversi a livello internazionale per evitare che posizioni ostili tra paesi impediscano la diffusione planetaria del vaccino. Deve fare una politica di acquisti e se possibile di produzione in casa di tali vaccini. Deve organizzare le somministrazioni assumendo rapidamente le risorse necessarie.
Una volta risolto il problema sanitario, potrà, se lo ritiene, avventurarsi in Gosplan con i fondi europei, cercando, lo spero, di rivitalizzare l’iniziativa privata.
In Banca d’Italia dal 1965, prima ai Servizi di Vigilanza sulle aziende di credito, poi, da dirigente, con responsabilità di gestione delle strutture organizzative, dell’informatica e del personale; dal 1996 Segretario Generale della Banca, con responsabilità del personale, delle relazioni sindacali, dell’informatica, delle rilevazioni statistiche e ad interim della consulenza legale. Cessato dal servizio nel 2006.
Già rappresentante italiano dal 1989 presso l’Istituto monetario europeo (Basilea) e poi presso la Banca Centrale Europea (Francoforte) per i problemi istituzionali e l’organizzazione informatica. Inoltre rappresentante sempre a partire dal 1989 presso il G20, Banca dei Regolamenti Internazionali, come esperto informatico.
Autore e coautore di pubblicazioni sull’ordinamento bancario, sulle economie di scala e sugli effetti dell’informatizzazione. Ha organizzato presso la Fondazione nel gennaio 2015 il convegno sulla situazione carceraria in Italia.