La sospensione di House of Cards è anche il tramonto dello Stato di diritto.
Altro che superpoteri della magistratura forcaiola, oggi abbiamo i neotribunali sovranazionali dei media alimentati dall’opinione pubblica del pensiero unico.
La morale dominante si fa legge senza nemmeno transitare per l’odioso Stato etico e la sentenza passa in giudicato con processo super abbreviato e senza sconti di pena per gli individui rei di condurre una vita privata, a lato di quella pubblica o artistica, sgradita ai più.
Un’agghiacciante neogiustizia da far west che produce conseguenze immediate e senza appello sul percorso di lavoro di un immaginario imputato. E non di omicidio.
Cancelliamo tutta l’opera di Pasolini? Di un Caravaggio, di Polanski e persino il lavoro svolto dal ministro inglese che toccò due volte il ginocchio alla giornalista? E naturalmente di Kevin Spacey che, pur non ricordando il fatto, pur chiedendo scusa e pur avendo arricchito il cinema e le serie TV di qualità, si vede negare l’Emmy awards da un consesso di bacchettoni e sospendere le riprese della stagione 6.
L’etica è elastica, a ognuno la sua, ma che i valori occidentali siano superiori alle culture da noi considerate barbare porta dritti alla questione successiva: applichiamo le leggi per cui abbiamo versato sangue nei secoli o picconiamo a priori le vite altrui? Perché tra l’esecuzione sommaria di un omosessuale a Teheran e la distruzione di una carriera per faccende private non c’è differenza, se sosteniamo che a dividerci dai fondamentalisti islamici sia un gap di civiltà. È sufficiente usare microfono e tastiera anziché la forca per sentirsi superiori?
Quanto al garantismo, diventa anacronistico pure quello se non si sfiora nemmeno un processo di primo grado.
Cosa abbia sconvolto le menti occidentali per giustificare tale involuzione è materia per sociologi, meglio ancora per una équipe di psichiatri, i liberali possono solo osservare e inorridire.
Gli islamici hanno l’attenuante dell’imposizione di dogmi e precetti sin dall’infanzia, noi l’aggravante di non subire nemmeno più il potere temporale e di dover ringraziare solo noi stessi per l’esplosione di inciviltà sotto mentite spoglie di civiltà.
Che triste la decadenza: da un lato la leva sui buoni sentimenti per alimentare la tolleranza verso intere culture retrograde (se non fossero retrograde non invocheremmo la tolleranza) e dall’altro la rovina dei singoli individui prima dello straccio di un processo.
L’Occidente si sta involvendo da cultura civile a cultura penale. Diventerà magari fonte di ispirazione per gli autori delle House of cards del futuro, intanto noi qui a tremare sotto i castelli di carta di una civiltà tremula.