Vediamo se parlando di calcio quelle che appaiono noiose preoccupazioni di giuristi privilegiati possono diventare punti di domanda più diffusamente condivisi.
La questione è nota. La Lega Calcio ha stabilito cosa fare nel caso in cui in uno o più calciatori dovessero risultare positivi al COVID: quella squadra deve giocare, a meno che i positivi ai test non siano oltre un certo numero, o accettare di perdere la partita “a tavolino”; l’Azienda Sanitaria di Napoli ha vietato ai calciatori del Napoli di raggiungere Torino per giocare la partita in quanto pochi di loro erano risultati positivi al test, ma gli altri, per evitare ulteriori contagi, dovevano essere isolati in attesa delle ordinarie procedure di verifica per essere stati a contato con i primi.
I tifosi di vario genere si sono schierati, si attende la decisione del giudice sportivo per osannarla o criticarla.
E’ l’esempio più chiaro ed evidente del livello di incompetenza con il quale è governata l’emergenza sanitaria, con l’attenzione focalizzata esclusivamente alle cose che si vorrebbero fare e non anche al modo di farle.
E’ l’euforia da DPCM, l’ebbrezza di un potere apparentemente non limitato che si disinteressa del contesto istituzionale nel quale interviene.
Eppure sin dall’esordio dei DPCM i giuristi che non avevano perso la parola per timore del contagio o reverenza del potere (compresi, sin dal 03/04/2020, modesti giuristi di provincia come chi scrive) avevano evidenziato che le disposizioni sanitarie indirizzate a limitare la libertà di movimento dovevano essere chiaramente inserite all’interno di un contesto procedimentale, per di più rispettoso dei principi costituzionali.
In altre parole, pienamente legittimo disporre in linea generale l’isolamento temporaneo dei contagiati, ma poi avrebbe dovuto essere attribuita la competenza a decidere quale autorità fosse dotata del potere di dare tale ordine, direttamente incidente sulla libertà personale, e quale controllo giurisdizionale, costituzionalmente necessario, avrebbe dovuto o potuto essere attivato su tale provvedimento. Per essere certi di non essere fraintesi si era fatto l’esempio del trattamento sanitario obbligatorio che certamente è previsto e correttamente può e deve essere disposto a prescindere dalla volontà dell’interessato, ma il cui procedimento di adozione è chiaramente disciplinato in termini di competenza e prevede l’intervento automatico di controllo dell’autorità giudiziaria.
Non era così difficile. Se non fosse che la pletora di esperti e sedicenti competenti che affolla i corridoi e le stanze dei ministeri e del parlamento appare oramai a propria volta colpita dal terribile virus che provoca l’effetto Dunning Kruger, la nota distorsione cognitiva a causa della quale individui poco o per nulla esperti in un campo tendono a sopravvalutare le proprie abilità autovalutandosi, a torto, esperti; effetto il cui paradigma è apparso in tutta la sua nitidezza nell’oramai celebre “Questo lo dice lei ! ” offerto con sicurezza in risposta a un rilievo sollevato da un docente universitario della materia su temi economici da un vice ministro all’economia il cui curriculum riporta alla voce istruzione il diploma di ragioneria e la laurea triennale in economia aziendale e alla voce esperienza lavorativa tre anni come addetta alla sicurezza in uno stadio di calcio e 4 anni come titolare di un centro di assistenza fiscale (CAF).
Se tra le centinaia di norme emergenziali piovute addosso agli italiani qualcuno, ancora immune dall’effetto Dunning Kruger, avesse avuto “l’abilità” di pensare che bisognava anche regolamentare il procedimento di applicazione delle misure sanitarie privative della libertà personale, come suggerisce la logica e impone la Costituzione, oggi il povero giudice sportivo di Juventus – Napoli non sarebbe in croce (qualunque soluzione inventerà, infatti, sarà ritenuta sbagliata o non accettata dall’altra parte), Agnelli e De Laurentis non avrebbero materia di reciproco bullismo e le opposte tifoserie sarebbero ampiamente rasserenate.
D’altra parte è a questo che servono le regole: ne cives ad arma ruant.
Se ti dimentichi di farle, le regole, in quel vuoto nascono i conflitti.
E dall’Italia dei DPCM per oggi è tutto.
Avvocato del Foro di Siracusa. Componente del Comitato Scientifico della Fondazione Luigi Einaudi.
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